17/11/98

Alla porta del tempio

di Rogers Elkhour Vimercate (Milano), Secondo Classificato

L’autore esprime con uno stile narrativo la rilevazione di Dio alle creature umane. Ciascuno percepisce l’esistenza di Dio attraverso l’esistenza dell’anima che dà la stesa vita al sordo e al cieco. E se uno la immagina, non la sente, l’altro la sente, non la vede, ma entrambi hanno la stessa percezione. L’autore con una introspezione interiore, di natura esistenziale e pure filosofica, prende consapevolezza che Dio si svela per mezzo di uomini profetici che bisogna riconoscere: Francesco è uno di questi

Ieri, sulla porta del tempio della vita,
vidi una folla di persone che guardava con rispetto
e simpatia un anziano ed ascoltava le sue parole;
curioso di sapere quello che succedeva,
mi avvicinai alla folla e sentii queste parole:
“L’esistenza è l’anima che vi avvolge mentre l’anima è l’esistenza che è in voi,
e voi non potete fare a meno di interrogarvi sul significato della vostra esistenza.
La luce dell’alba per un vedente sordo romantico
È come una sinfonia per u cieco udente romantico,
e così ognuno vive il proprio romanticismo a modo suo.
Se io chiedo al vedente sordo che cosa significa la luce dell’alba,
egli mi risponderà “Romanticismo”.
E se io chiedo al cieco udente che cosa significa la sinfonia.
egli mi risponderà “Romanticismo”.
Ma se io chiedo a questo cieco udente che cosa significa la luce dell’alba,
egli mi risponderà “Nulla”.
Per lui il suono è una luce che illumina la sua anima,
mentre la luce è l’anima che è in sé.
Il cieco udente non potrà mai vedere ciò che un vedente sordo può vedere,
ed il vedente sordo non potrà mai sentire ciò che un cieco udente può sentire.
Voi siete come questo cieco udente, potete vedere Dio sentendolo…
Voi siete come questo vedente sordo, potete sentire Dio guardandolo…
Il mondo che è in voi, ma non l’immaginazione
È totalmente diverso dal mondo esterno,
l’unione di questi due mondi crea il mondo di ciascuno di voi.
Fratelli miei, questo mondo è ciò che svela, mentre il mondo in cui vivo è ciò che la vita mi svelò…”
Tornando a casa pensai all’ultima frase che egli disse,
ma io non capii il significato
allora decisi di tornare in quel tempio
per chiedere almeno qualche spiegazione…
E quando ci arrivai non trovai né il tempio né la folla,
trovai soltanto un povero mendicante con dei vestiti
che tesse la vita e che la vita lacerò,
egli mi guardò negli occhi e poi mi disse:
“Non c’è più nessuno..
tutti sono andati via,
tranne la povertà del mondo in cui vivo
che rimase seduta vicino a me…
poiché essa è l’unica compagna fedele
che la vita mi diede…”
Trascorsero molti anni..
Abbandonai il Libano e presi lamia strada…
Ed un giorno, passando davanti alla chiesa dei Francescani,
(il convento dei francescani a Oreno di Vimercate)
Vidi quel povero mendicante più sorridente che mai, più giovane che mai..
Ma cosa ci faceva qui, in Italia, e perché mi seguì?!
Allora egli mi guardò negli occhi e non disse nulla,
però il suo santo silenzio mi parlò…
il suo eterno silenzio fu più che sufficiente per dirmi tutto…
e da quel momento credetti solo a una cosa…
che Dio è con tutti noi, dovunque andiamo…
non importa chi siamo e non importa dove siamo

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