16/11/02

Lettera in Braille

di Paolo Palagonia (Catania), Secondo Classificato

“Un handicap é una limitazione che spesso diventa una prigione da cui è impossibile uscire.
Invece il protagonista della poesia vede con altri occhi più profondi e da compatito finisce quasi a compatire gli altri che “non vedono” quanta luminosità percepiscono i suoi “nuovi occhi”

Oltre i sei passi per dieci della mia stanza….
Le Colonne d’Ercole, il mugugno degli Oceani.
Chissà la forma delle case,
la lunghezza delle strade, il colore dei profumi….?
A rompere il mio tempo a grumi
la voce di mia madre, luce lunare,
che abbassa l’alta marea dei miei tarli.
Posato sulla soglia
ho imparato ad ascoltare il vento
a carezzare i raggi indolenti del sole autunnale,
ad inseguire come cavallette
voci, rumori… il lamento lontano dei cani.
Alcuni, passando, mi gettano cime di parole
nel pantano perché mi salvi….
di altri avverto il silenzio sospetto
gli sguardi distratti come su manichino
in vetrina di negozio.
A volto sprofondo in abissi di sconforto
… ma eccomi appeso, come per incanto,
ad un accordo di piano
ad una scia di profumo, al filo d’un ricordo….
Chissà che stupido agli occhi della gente
mentre rido alle storie sempre nuove
che ogni giorno mi racconto….

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