16/11/03

Anemici orizzonti

di Francesco Albanese di S. Egidio del Monte Albino (SA), Secondo Classificato

Anche in questa breve composizione, l’attore principale è la vita, questo fatale avanzare senza ritorno, questo racconto lungo cento anni, intercalato da inquietudini, smarrimenti, singhiozzi, desiderio di irraggiungibili anemici sbiaditi orizzonti. Qui il poeta non rinnega la sua fragilità umana; notiamo che traspira da ogni verso, da ogni parola, l’incertezza della vita, la vita che abbiamo preso a prestito, ci dice il Poeta, e che comunque deve essere vissuta, pur tra lacrime e sorrisi, lungo un indefinibile ed indecifrabile arco di tempo iniziato nel preciso momento in cui abbiamo lasciato in fretta dalla bocca il seno, come ci racconta l’Autore.

Abbiamo preso in prestito
la vita per sciogliere aquiloni
tra lacrime e sorrisi,
in fretta abbiamo lasciato
dalla bocca il seno,
voglia di crescere in frutti rapinosi.
Sepolcri d’aria vagano nell’io,
note vibrano pensieri,
come acqua bevuta per sete
di anemici orizzonti.
Il buio canta nel silenzio
sdraiato su una nuvola di niente,
corrono sillabe dentro la parola
che un alito di vento fa cadere.
Piccoli singhiozzi destinati a crescere
smarriti nei rimpianti macinano illusioni,
rubate ai margini del tempo,
nell’attesa che tutto ricongiunga.
Pazza stazione la vita,
eterna inquietudine dell’uomo,
fatale avanzare senza ritorno.

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