09/10/07

L'odore del caffè

di Maddalena Roberta - Siracusa, Secondo Classificato

Un uomo ed una donna abbracciati in riva al mare osservano l’orizzonte, dove mare e cielo si fondono, come i loro due corpi, in un’unica materia, esprimendo il loro reale senso di appartenenza.
Per aver descritto il piacere di chi riesce ad abbandonarsi completamente e con fiducia ad un’altra persona fino a fondersi con essa.

Un rumore? No, la luce dell’alba che insinuandosi tra le pieghe delle tendine saltella per il piccolo camper. Camper?! Mi sollevò un po’ sul fianco e, mentre le numerose coperte scivolano via lungo la mia schiena nuda, il freddo mi riporta alla realtà. Mi volto velocemente e lo vedo: se ne sta accucciato in un angolo coperto fino alle orecchie, i riccioli biondi e ribelli sono sparsi per i l cuscino. Sprofondo nuovamente tra il mucchio di plaid e sacchi a pelo e mi guardo intorno: vestiti sparsi ai piedi del letto componibile e oggetti vari, libri, tazze, ammucchiati un po’ ovunque, sul cucinino e perfino sul coperchio del bagno chimico. Fisso lo sguardo sul tetto, dove abbiamo scritto frasi in italiano e in inglese attingendo ai nostri ricordi scolastici di letteratura, quando le sue dita lunghe e agili tornano a disegnare parole ma questa volta sul mio corpo, lungo le gambe fino all’interno delle cosce.
Il vento fa ondeggiare la nostra piccola casa sulle ruote, trasportando gocce d’acqua salata dal mare. Mi avvolgo in un plaid e aperta la porta del camper affondo i piedi nudi nella terra bagnata. Il cielo grigio è solcato da nubi fitte che si specchiano in acque scure e minacciose. Là dove inizia la spiaggia mi siedo, per godermi da spettatrice la vista dell’alta marea che torna a lambire questa striscia di terra. Lui mi ha seguita, fatica a tenersi avvolta una coperta attorno al corpo nudo mentre le mani sono occupate da due tazze di caffé all’inglese: caldo, abbondante e molto diluito. Non troppo lontano i gabbiani conversano tra loro e noi due silenziosi ce ne stiamo vicini e immobili. Mi chiedo cosa pensi, cosa provi… il dubbio dura solo un istante… il suo sorriso sornione torna a dipingergli un’espressione pazzescamente attraente sul volto riportandomi a questa realtà. Le tazze sono ormai fredda tra le nostre dita e, mentre gli rubavo l’ultimo sorso, mi sono accucciata tra le sue gambe. Lui mi sussurra all’orecchio: <>. Ma nessuno dei due si muove… restiamo l’uno tra le braccia dell’altra… mentre il vento si placa e il mare sembra rallentare la sua corsa sulla sabbia.
Non ho pensieri, non ho bisogno di avere paura, ho finalmente trovato i miei sogni… me stessa nel calore di un altro corpo, in un tempo che non credevo avrei raggiunto, in un luogo dove sicuramente non sono nata né cresciuta. Mi lascio sollevare e, mentre lui affonda pesantemente nella sabbia, lancio un ultimo sguardo al mare”sono a casa!”, e appoggiando il viso sulla mia spalla mi abbandono al volere di un altro essere umano… i suoi capelli mescolati ai miei, senza sapere dove inizi il mio l’odore e finisca il suo, l’una nell’0altro come orizzonte indefinito che ci lasciamo alle spalle, un cielo e un mare fusi in un unico abbraccio.

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