15/10/06

Non Plus Ultra

di Pepe Dario - Ragusa, Primo Classificato
Un colpo inferto duramente, inaspettatamente, ed il dolore della conseguente ferita, lasciano l’animo stupito e poi affranto nel vedere crollare il muro costruito su instabili certezze. Poi l’abbandono, il lutto, il “chiamarsi fuori” da una situazione ormai insostenibile, col desiderio, però, di rimanere legato al ricordo di ciò che è stato.
Per aver rappresentato, attraverso un sapiente uso delle figure metriche e retoriche, la consapevolezza di chi, prendendo atto della fine dolorosa di un segmento della propria vita e dell’inizio di un altro, comprende quanto sia importante “fissare” il ricordo di questo passaggio.

Ebbi soltanto un attimo per intascare lo stupore
nel ritrovarmi questo graffio fra le dita.
Alle mie spalle il muro si sbriciolava già
cercando un angolo in cui acquattarsi
irritato con l’estate.
Un suono freddo di conchiglie si dissolveva in lontananza
abbracciato alle grida dei giochi infantili.
Guardavo con amarezza la porta ormai chiusa
riassaporando i giri di chiave nella toppa
per paura di dimenticarli

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